Investire in BTP oggi è una scelta conveniente? E’ vantaggioso scegliere i Buoni del Tesoro Poliennali (cioè che durano più anni) come investimento nel 2019?

In questo articolo andremo ad affrontare l’argomento “investimento in BTP” cercando di capire se, considerando l’attuale situazione del mercato, potrebbe essere una scelta buona.

Quando conviene investire in BTP

I BTP sono dei buoni obbligazionari che hanno la cedola staccata ogni sei mesi. Questo significa che si incassano i guadagni dei tassi di interesse una volta a semestre, ed è per questo motivo che i BTP sono investimenti validi nel medio / lungo periodo.

Ora, tenendo questo a mente, ci sono due considerazioni da fare:

  • la prima è relativa ai tassi di interesse: investire in BTP conviene se si prevede un abbassamento del tasso di riferimento. In questo modo, oggi, si sottoscrive un BTP ad un tasso più alto di quello che sarà;
  • la seconda è relativa all’inflazione: anche in questo caso conviene investire in BTP se si prevede una diminuzione di questa percentuale. L’inflazione bassa porterà verso il basso i tassi obbligazionari, mentre un’inflazione alta li farà aumentare.

Per questo motivo, l’investimento è giusto oggi solo se si prevedesse una diminuzione dei tassi di interesse e dell’inflazione.

Come investire oggi in BTP

Un interessante modo di investire in BTP lo si può mettere in pratica giocando sui tassi di interesse.

Ipotizziamo di sottoscrivere, oggi, un BTP con un tasso di interesse del 5%. Se, tra un certo periodo di tempo, il rendimento di quei buoni scende al 4% (mano a mano che ci si avvicina alla data di scadenza, i rendimenti di solito scendono sempre), si può sfruttare tale differenza per realizzare un guadagno.

Come? Semplicemente rivendendo i nostri BTP ad un prezzo maggiore di quello nominale, cosa possibile proprio grazie al calo di interesse.

Se oggi si sottoscrive un titolo obbligazionario BTP ad un interesse del 5%, e tra un anno il rendimento scende al 4%, come detto prima, il valore di 100 € di BTP al 5% sono uguali al valore di 109 € di BTP al 4%.

Dunque, si possono rivendere i BTP cercando di speculare proprio sul tasso di interesse.

Questa speculazione vale solo se i tassi di interesse scendono, mentre si avrebbe uno svantaggio se i tassi di interesse salissero.

BTP più remunerativi, oggi, aggiornamento aprile 2019

Se, nonostante tutto, siete ancora intenzionati a comprare BTP, vediamo un aggiornamento dei migliori tassi di interesse:

  • BTPI-15ST41 2,55%, rendimento 4,850%;
  • BTPI-15ST26 3,1%, rendimento 4,650%;
  • BTPI-15ST35 2,35%, rendimento 4,640%;
  • BTPI-15ST23 2,6%, rendimento 4,450%;
  • BTPI-15ST21 2,1%, rendimento 4,200%

Conviene investire oggi in BTP?

In questo particolare momento storico, siamo in una situazione completamente opposta a quella ideale per investire in BTP:

  • tassi di interesse sono al minimo, dunque non possono scendere di più (o è molto difficile che questo accada);
  • l’inflazione è molto bassa, addirittura si parla di inflazione ferma. L’obiettivo della BCE, la Banca Centrale Europea, è quello di alzarla, esattamente l’opposto di quello che abbiamo detto in precedenza parlando di condizioni ideali per investire in BTP.

Considerando questo, ci sentiamo di sconsigliare, oggi, l’investimento in BTP: sia il discorso relativamente ai tassi di interesse, che quello relativo all’inflazione, sono esattamente opposti a come dovrebbero essere.

Comprare titoli di stato serve essenzialmente a proteggersi dall’inflazione, per questo motivo non conviene, oggi, acquistarli.

L’unica tipologia di acquisto di bond governativi che converrebbe comprare sono quelli dei paesi emergenti, che hanno delle remunerazioni più alte, ma che portano con sé anche un grado di rischio maggiore, tanto che non si potrebbe più parlare di investimenti sicuri.

Anche investire con obiettivo speculazione è molto difficile perché non c’è praticamente margine di guadagno.

Previsioni BTP, cosa aspettarci nel 2019

Una delle considerazioni che bisogna fare prima di investire in BTP riguarda la previsione della quotazione: in pratica, quanto pagheranno i BTP da qui a qualche tempo?

BTP o Bund a 10 anni, quale conviene?

Il Bund tedesco rappresenta il buono governativo per eccellenza per chi cerca investimenti sicuri.

La differenza di tasso tra BTP e Bund è nota come spread e, ad oggi, novembre 2016, è di 186,20 punti base, con una variazione del -1,3%.

Il rendimento medio dei BTP è di 1,374%, mentre quello medio del bund è dello 0,16% (praticamente, una remunerazione nulla, segno del massimo della sicurezza).

Scegliere tra BTP e Bund a 10 anni non è semplice ed una buona idea è quella di optare in ogni caso per i nostri titoli: a fronte di una sicurezza in ogni caso molto alta (l’unico motivo per cui non si vedrebbe rimborsati i BTP è il fallimento del nostro paese) si ha un tasso di interesse più elevato.

Conviene investire in BTP oggi? Le nostre conclusioni

Analizzando la situazione attuale del mercato, dove i rendimenti sono davvero ai minimi e non ci sono prospettive di crescita né dei tassi di interesse né tantomeno dell’inflazione, l’investimento in BTP non è consigliato.

Ci sono delle scelte migliori, più remunerative e in ogni caso con rimborso del capitale certo.

Un esempi sono i BOT, Buoni Ordinari del Tesoro, che a differenza dei BTP rappresentano una forma di risparmio / investimento di breve durata (massimo 12 mesi) e che per questo ha dei tassi di interesse più bassi, ma si ha il vantaggio di poter investire le proprie somme in opzioni più remunerative dopo che la scadenza è stata superata.

L’investimento in titoli di stato, in ogni caso, è consigliato solo se non si sa cos’altro scegliere e se si preferisce la tranquillità al guadagno, alla remunerazione.

Altri investimenti sicuri postali

Le Poste Italiane propongono numerosi investimenti sicuri tra cui poter scegliere per non rischiare i propri soldi e guadagnare, al tempo stesso, un po’ di denaro.

Tra i vari investimenti sicuri postali troviamo i BOT e i libretti postali, due soluzioni che garantiscono il rientro dell’investimento fatto, alla scadenza, e l’incasso di una quota di interessi calcolato in percentuale sul denaro utilizzato.