Con il termine di olio di scisto ci si riferisce in generale ad una roccia sedimentaria che contiene materiali bituminosi solidi che dopo il riscaldamento della roccia con un processo chimico noto come pirolisi, vengono rilasciati in maniera liquida.

L’olio di scisto si è formato milioni di anni fa dalla deposizione di limo e detriti organici sui letti di laghi e fondali. Per lunghi periodi di tempo, calore e pressione hanno trasformato questi materiali creando un processo simile al processo con cui si forma il petrolio.

L’olio di scisto può essere estratto e lavorato per generare petrolio in maniera simile a come si fa nei pozzi petroliferi convenzionali, anche se ovviamente la procedura di estrazione e produzione differisce da quella del greggio classico, così come sono diversi i costi di tutto questo lavoro.

L’estrazione dell’olio di scisto, infatti, è più complessa di quella del recupero del greggio convenzionale ed attualmente più costosa. Le sostanze oleose del petrolio di scisto sono infatti solide e non possono essere pompate direttamente dal terreno, ma esse devono prima essere estratte e poi riscaldate ad una temperatura elevata, con il liquido risultante che viene poi essere separato e raccolto (è la procedura che abbiamo introdotto nel primo paragrafo di questo articolo).

Dove si trova l’olio di scisto?

Gli scisti bituminosi si trovano in diversi luoghi del mondo, ma di gran lunga i più grandi giacimenti sono quelli degli Stati Uniti, precisamente nella formazione del Green River, che si trova tra gli stati del Colorado, dello Utah e del Wyoming.

Non tutte le risorse in essere sono ovviamente recuperabili, ma una stima moderata dice che potrebbero esserci circa 800 miliardi di barili di petrolio creabili partendo dagli scisti bituminosi nella sola formazione del Green River, una riserva di tre volte superiore a quello delle riserve di petrolio accertate dell’Arabia Saudita.

L’olio di scisto nell’industria petrolifera

Mentre l’olio di scisto è stato usato già in passato sia come combustibile che come fonte di petrolio (ma solo in piccole quantità), alcuni paesi attualmente producono olio da scisto bituminoso anche a livello commerciale ed in maniera significativa. Gli Stati Uniti sono uno di essi. Come detto in precedenza, il costo del petrolio derivato dagli scisti bituminosi è da sempre significativamente superiore a quello del petrolio pompato convenzionale e l’assenza di una grande diffusione commerciale ha inibito lo sviluppo di migliori tecnologie che potrebbero ridurne il costo.

Prima del crollo dei prezzi del petrolio, gli alti costi dell’oro nero hanno stimolato un certo interesse verso la produzione di petrolio partendo dall’olio di scisto, che ha iniziato ad essere dunque commercialmente redditizio, portando i governi a puntare sullo sviluppo di scisti bituminosi come alternativa al petrolio convenzionale.

Per capire meglio la posizione di questo tipo di olio nel panorama energetico mondiale, ti invitiamo a leggere il nostro approfondimento sulle riserve di petrolio nel mondo.

Estrazione e lavorazione dell’olio di scisto

L’olio di scisto può essere estratto utilizzando due metodi: partendo dalle miniere sotterranee con il metodo delle camere e dei pilastri, oppure partendo dalle miniere di superficie. Dopo l’estrazione, l’olio di scisto è trasportato ad un impianto di sterilizzazione e viene fatto entrare in un processo di riscaldamento che separa le frazioni dell’olio di scisto bituminoso dalla frazione minerale della roccia estratta.

Dopo la sterilizzazione in autoclave, l’olio deve essere lavorato ancora prima di poter essere inviato ad una raffineria, e lo scisto esaurito deve essere smaltito in zone classificate o presso le aree precedentemente estratte.

Lo sviluppo di un settore specializzato a livello commerciale nello scisto bituminoso avrebbe, per gli Stati Uniti, degli importanti effetti sociali ed economici per le comunità locali. Il più grande ostacolo allo sviluppo dell’industria petrolifera degli Stati Uniti è però il costo relativamente elevato della produzione del petrolio partendo dagli scisti bituminosi (attualmente superiore a 60 dollari al barile).

Mentre le tecnologie attuali sono adeguate per l’olio di scisto minerario, la tecnologia non è ancora stata applicata con successo a livello commercialmente per le estrazioni in superficie, anche se fattibilità tecnica è stata già dimostrata. Un ulteriore sviluppo e altra sperimentazione sulle tecnologie di sterilizzazione in autoclave permetterebbe a questa alternativa al greggio di avere successo su scala commerciale.

Gli impatti ambientali dell’olio di scisto

Sia l’estrazione che la lavorazione dell’olio di scisto comportano una serie di impatti ambientali, come le emissioni globali di riscaldamento e i gas che causano l’effetto serra, oltre che disturbi al terreno minato e un elevato uso di risorse idriche, per concludere con un certo impatto sulla qualità dell’aria e dell’acqua. Da segnalare anche impatti sulla fauna selvatica.

Come lo scisto influisce sugli investimenti in petrolio

La produzione di olio di scisto è concorrente rispetto al greggio classico, il cosiddetto petrolio. In quanto tale, tutti e due si vanno a sommare per determinare la disponibilità sul mercato, per questo motivo un incremento della produzione di scisto potrebbe influenzare negativamente sul prezzo del petrolio, e viceversa. Allo stesso modo, anche gli investimenti in greggio possono essere influenzati da queste variazioni di prezzo.