Il Forex come lo conosciamo noi oggi nasce nel 1971, con la fine degli accordi di Bretton Woods. Ideati nel 1944 per impedire la svalutazione dei mercati valutari al fine di favorirsi sul commercio internazionale, questi accordi bloccavano il rapporto di cambio di tutte le valute al dollaro, e quello di quest’ultimo all’oro (siamo in una situazione nota come Gold Exchange Standard).

Ma questo è solo l’ultimo passo di un emozionante viaggio che è cominciato secoli prima e che ha portato l’uomo a trovarsi di fronte alla necessità di usare delle monete al posto del baratto per via della praticità nell’uso quotidiano.

Le prime monete

Il primo esempio storico di moneta lo troviamo in Mesopotamia nel corso del 1700 a.C. Ai tempi, il Codice degli Hammurabi stabilì delle leggi formali per la cività mesopotamica, tra cui era previsto anche l’uso del denaro per il commercio.

La legge 265, infatti, citava “Se un pastore, alla cui cura il bestiame o delle pecore sono affidate, si rende colpevole di frode o di falso aumento dei rendimenti naturali del gregge, o li vende per denaro, allora sarà condannato e pagare il proprietario dieci volte la perdita“.

Leggi che si riferiscono sempre al denaro sono anche la 104 (sul cibo) e la 53 (sulle responsabilità).

Fonte Wikipedia

Il problema del peso

Uno dei principali problemi legati alle prime monete è quello del peso. La moneta era, sostanzialmente, un pezzo di oro, che però poteva essere grande o piccolo, dunque avere un valore maggiore o minore.

Questo dilemma venne risolto dalla civiltà Greca nel corso del VII secolo a.C. , quando vennero introdotte delle monete standard, tutte uguali e tutte timbrate dallo stato al fine di dimostrare che fossero autentiche.

La nascita del gold standard

Nel corso dei secoli nacquero diverse necessità, soprattutto quando iniziò a diffondersi il commercio all’estero. Se il valore di una moneta era determinato ancora dal suo effettivo peso, è vero che le monete divennero sempre meno pratiche.

Ecco perché le singole banche iniziarono ad emettere denaro stampato su carta: leggera e facile da trasportare.

C’era però da risolvere il problema di quanto denaro poter stampare per evitare speculazioni e altre problematiche interne.

I governi più stabili e forti decisero di garantire il valore della carta moneta con l’oro: in sostanza potevano stampare tanta carta moneta a seconda di quante riserve auree avevano a disposizione. L’obiettivo era quello di rendere sempre possibile il rimborso della carta moneta con dell’oro fisico.

La prima guerra mondiale e la fine del gold standard

In maniera pratica, il gold standard finì con lo scoppio della prima guerra mondiale (era il 28 luglio 1914).

Da allora e fino al 1944, fine della seconda guerra mondiale e entrata in vigore dei “Bretton Woods Agreements”, nulla lo sostituì.

Il periodo portò alla nascita di alcune importanti istituzioni finanziarie, come la Banca dei Regolamenti Internazionali, che aveva lo scopo di aiutare i paesi con grandi deficit commerciali o con dei sistemi finanziari non ancora completamente sviluppati.

La fine della seconda guerra mondiale e gli accordi di Bretton Woods

Nel 1944, negli Stati Uniti, l’hotel Mount Washington della cittadina di Bretton Woods, New Hampshire, fu la location dove i delegati di 44 nazioni alleate si incontrarono per creare un nuovo sistema finanziario globale, che potesse aiutare tutti i paesi a ricostruirsi dopo la guerra che li aveva lasciati in ginocchio.

Gli accordi di Bretton Woods, qui sottoscritti, stabilirono:

  • la nascita del Fondo Monetario Internazionale (FMI)
  • il valore del dollaro americano venne ancorato a quello dell’oro
  • il valore di tutte le valute dovevano essere fissate a quelle del dollaro
  • dollaro americano e sterlina inglese vennero identificate come valute di riserva mondiale
  • le valute divennero convertibili, ma solo entro determinati range di prezzo minimi e massimi
  • i paesi che aderivano al FMI, pagando un certo importo in oro o in denaro locale, potevano ricevere dei prestiti in denaro per accelerare la ricostruzione del dopo-guerra
  • era possibile cambiare il tasso di cambio della propria valuta solo dietro approvazione del FMI
  • i vari paesi dovevano avere delle riserve in valuta

Nonostante tutto, però, nel corso degli anni ci furono alcuni paesi che si comportarono in maniera diversa rispetto a ciò che venne previsto dagli accordi.

Nel 1964, il Giappone ha reso lo yen convertibile. Fu il primo passo dell’evidenza di come gli USA non potevano più pretendere che tutte le valute rimanessero ancorate al dollaro.

Nel 1967, la sterlina venne fortemente svalutata dal governo britannico per cercare di migliorare la situazione della bilancia dei pagamenti interna.

Nel 1970, in seguito ad un debito americano che continuava a crescere, i tassi di interesse a “stelle e strisce” diminuirono in maniera forte. Gli investitori spostarono i loro soldi oltreoceano, in Europa, dove invece i tassi erano più alti.

Nel 1971, anche Germania e Olanda chiesero di poter scambiare liberamente le rispettive valute. A questo era da aggiungere che la bilancia dei pagamenti statunitense era arrivata ad un punto di “non ritorno” e l’allora presidente Richard Nixon decise di bloccare la conversione del dollaro in oro.

Nel dicembre di quell’anno:

  • vennero autorizzate delle fluttuazioni nei cambi fino al 4,5%
  • vennero chiusi temporaneamente gli scambi commerciali con il Giappone e con l’Europa
  • gli Stati Uniti svalutarono il dollaro del 10%
  • le valute dei paesi sviluppati iniziarono a fluttuare più liberamente.

Nel biennio 1973 – 1974 le banche centrali smisero di intervenire sul mercato delle valute e ci furono le prime, forti, speculazioni sulle valute. Alcune persone guadagnarono delle incredibili somme di denaro, tanto da danneggiare alcune banche (due, la Franklin National Bank e la Bankhaus Herstatt, fallirono). E’ anche il periodo in cui sono diventati famosi i più grandi investitori della storia.

Nel 1976, infine, i rappresentanti delle principali nazioni mondiali si ritrovarono in Giamaica, a Kingston, e decisero che l’oro non doveva più essere usato come base per le valute, che le banche commerciali erano le principali “istituzioni” che potessero permettere la conversione delle valute e che tutti i tassi di cambio vennero resi liberi di fluttuare, ovvero divennero variabili.

Questo diede il “via” al mercato forex come lo conosciamo oggi.