Quando si parla di titoli azionari, uno dei termini più importanti è “flottante“. Con esso si indica la quota di azioni di una società che è disponibile per essere quotata in borsa.

Per fare un esempio semplice, diciamo che se una società avesse 100 azioni, e di queste 15 possono essere quotate in borsa per essere acquistate da investitori di vario genere, il flottante sarebbe del 15%.

Come si calcola il flottante?

Come detto prima, il flottante è un valore percentuale che indica quante azioni, rispetto al totale, sono quotate in borsa.

Sono escluse le azioni vincolate da patti parasociali, oppure quelle che hanno dei vincoli alla trasferibilità (come le clausole di lock-up) di oltre 6 mesi.

Rientrano, invece, nel calcolo del flottante, le azioni che sono possedute dai fondi pensione, dagli enti previdenziali e dagli organismi di investimento collettivo.

Perché il flottante è importante?

Oltre che essere uno dei parametri importanti per la valutazione economica di un titolo azionario, il flottante è importante perché solitamente tutte le borse del mondo hanno dei parametri ben precisi che le aziende devono rispettare per poter essere ammesse alla capitalizzazione.

Ad esempio, la Borsa Italiana di Milano ha un flottante pari al 25% per le azioni negoziate nei segmenti di borsa, del 35% per i titoli STAR e del 10% per le azioni negoziate su Espandi (in questo caso c’è anche un valore minimo di 750.000 euro).

Dopo aver ottenuto l’ammissione alla quotazione, è fondamentale che un’azienda mantenga le condizioni del flottante, altrimenti potrebbe essere rimossa dalla borsa italiana.

Da un punto di vista dell’investire in azioni, è meglio optare per un’impresa che ha un flottante elevate piuttosto che uno al limite in quanto le azioni della prima azienda sono più scambiate rispetto a quelle della seconda. Nel secondo caso si parla di aziende che hanno dei “titoli sottili“.

Differenza tra flottante e capitalizzazione

La capitalizzazione è la somma del totale dei titoli emessi da un’azienda, mentre il flottante ne rappresenta solo una parte.

Nella maggior parte dei casi, flottante < capitalizzazione.

Se il flottante fosse pari alla capitalizzazione, saremmo nella situazione in cui un’azienda ha rimesso alla contrattazione del mercato il 100% delle sue azioni e, dunque, nessuna di esse è più detenuta dal soggetto dominante.