Comprare un qualunque asset al 25% di sconto è un’interessante offerta dato che permette di andare in ROI con minor tempo. Questo è il concetto che si applica agli investimenti in Cina in questo momento.

Le aziende cinesi che sono quotate nelle principali borse cinesi (quella della cosiddetta “mainland China”, come Shanghai o Shenzhen) sono chiamate A-shares, denominate in yuan cinesi e molto attraenti per gli investitori locali.

Il governo cinese, tuttavia, permette ad alcune di queste compagnie di essere quotate anche alla borsa di Hong Kong: si tratta di azioni che rientrano all’interno della giurisdizione cinese ma che sono quotate in dollari di Hong Kong, esattamente come ogni altra azienda quotata alla borsa della città-stato. Queste azioni sono chiamate H-shares e possono essere acquistate anche dagli investitori stranieri. Ad oggi, rappresentano uno dei modi migliori per poter investire in Cina.

Lo sconto sulle H-share

E’ particolarmente comune per le aziende cinesi essere quotate sia nelle borse della Mainland (quindi come A-share) che in quella di Hong Kong (quindi come H-shares).

Ma che differenza di prezzo c’è? Perché conviene investire in azioni H-shares?

In questa pagina si può trovare un grafico che mostra l’Hang Seng China AH Premium Index, un indice azionario che riflette l’andamento storico delle azioni A-share paragonate alle H-share per le 63 più grandi aziende cinesi quotate sia in Cina che a Hong Kong.

Dal grafico si mette in evidenza come le A-shares, dopo un periodo di trading ad un valore leggermente scontato rispetto alle H-shares (era il 2014) sono salite di prezzo e sono oggi quotate ad un valore mediamente superiore del 25% rispetto allo stesso prezzo di quotazione che, le medesime azioni, hanno a Hong Kong.

Nessuno ha chiaro in mente perché questo accade, ma è un dato di fatto.

Potrebbe essere perché gli investitori che si rivolgono alle azioni A-shares sono differenti rispetto a quelli delle H-shares: nel primo caso si parla di persone cinesi che hanno denaro da investire, nel secondo di investitori internazionali. I primi sono solitamente maggiormente pronti ad acquistare in massa e vendere in seguito in maniera “rampante”. Dato che Hong Kong è una borsa alla quale si rivolgono maggiormente investitori istituzionali, ecco che questo “sali-scendi” è molto più limitato.

Oltre a questo, ci sono dei fattori tecnici da tenere in considerazione, come le difficoltà legate al cosiddetto “cross-border trading” tra la Cina mainland e Hong Kong. E’ difficile per un investitore straniero riuscire ad investire nelle borse della Cina mainland, dato che il paese asiatico restringe in maniera notevole il flusso di denaro da e per il paese, cosa che rende operazioni come l’arbitraggio molto difficili da fare (e meno economiche).

Oltre a questo, il dollaro di Hong Kong è legato a quello americano (il cosiddetto “peg”), cosa che non accade, invece, allo yuan cinese. Infine, ci sono delle differenze di regolamenti tra le borse di Hong Kong e quelle cinesi.

Quale che sia la ragione, lo sconto è una delle più grandi anomalie del settore e del mondo degli investimenti e porta, come detto, le azioni della stessa compagnia ad avere un valore mediamente più basso del 25% tra Hong Kong, Shanghai e Shenzhen.

E’ qualcosa di cui gli investitori possono prendere vantaggio, anche perché questo sconto non ci sarà per sempre.

Come fare? Considerando che potrebbe essere difficile per i trader privati investire sui mercati istituzionali in maniera diretta, la miglior soluzione è quella di scegliere dei broker italiani per investire in azioni, che consentono di acquistare anche quote di azioni grazie alla leva finanziaria.