Pochi tra gli investitori avranno sentito parlare di mercati di frontiera, un termine coniato dalla International Finance Corporation (azienda specializzata in investimenti e financial advisory, fa parte del World Bank Group) che potrebbe indicare, soprattutto nel futuro, un’interessante opportunità di investimento e guadagno.

Prima di addentrarci nello specifico del perché converrebbe investire in questi mercati, cercando di capire che cosa sono.

Cosa sono i mercati di frontiera?

La definizione indica i mercati che si trovano in una posizione precedente al diventare mercati emergenti. In sostanza, un mercato è prima considerato “di frontiera”, poi, quando è cresciuto, diventa “emergente”. Potremmo anche definirli come “pre-emergenti”, o come prossimi mercati emergenti.

Partendo da questo concetto, esistono varie liste di mercati di frontiera, diverse tra di loro a seconda dell’ente o dell’azienda che le pubblica. In totale, possiamo vedere cinque liste: FTSE, MSCI (Morgan Standard), Standard & Poor’s, Dow Jones e Russell.

Non c’è una lista più importante rispetto alle altre, per cui andiamo a vedere alcuni esempi di quali sono i mercati di frontiera:

Come si viene inclusi nella lista?

Per poter essere inclusi nella lista dei pre-mercati emergenti, occorre che i paesi siano:

  • nazioni piccole ad un livello relativamente sviluppato (come l’Estonia), ma considerate di dimensioni troppo ridotte per essere incluse nella lista dei mercati emergenti;
  • nazioni con restrizioni sugli investimenti che stanno iniziando ad “alleggerirsi”;
  • nazioni ad un livello di sviluppo considerato inferiore rispetto a quello dei classici mercati emergenti (come Kenya o Vietnam).

Investire nei mercati di frontiera nel 2024

Eccoci dunque alla sezione su come poter investire in questi mercati e sul perché non sono da scartare, anzi.

Partiamo con il dire che i mercati di frontiera potrebbero crescere in maniera molto rapida nel prossimo futuro. Non è un mistero che da qualche tempo a questa parte, le economie sviluppate stiamo affrontando periodi di crescita stagna, cioè di non crescita (quando non regrediscono).

I mercati emergenti, che si trovano appena un gradino sotto, ne hanno “approfittato” e stanno crescendo, quelli di frontiera non sono ancora arrivati a questo punto ma, diciamo, ci stanno lavorando.

Secondo gli esperti, investire in mercati di frontiera permetterebbe di avere un rendimento di medio lungo periodo più alto rispetto agli investimenti nei mercati sviluppati o in quelli emergenti.

Per investire in questi mercati ci sono diverse opzioni:

  • gli immobili (il classico mattone attira sempre tanto, ma comprare casa in uno di questi paesi potrebbe essere una cosa rischiosa);
  • i fondi azionari e le azioni delle borse di questi paesi;
  • i SICAV o gli ETF;

Quali sono gli elementi in favore di questi nuovi mercati?

I vantaggi competitivi che essi potrebbero mettere in campo non sono da scartare, a cominciare dalle dinamiche demografiche in crescita, dai bassi costi salariali e dalle notevoli risorse naturali. Alcuni mercati di frontiera hanno anche più fattori di crescita in una volta sola, come ad esempio il Marocco o il Medio Oriente, con quest’ultimo che sta usando i ricavi derivanti dal greggio per diversificare la propria economia, cercando di crearne una variegata, meno dipendente dalle entrate dell’oro nero (è una scelta molto saggia dal nostro punto di vista, considerando che i prezzi del petrolio sono in discesa e questo ha provocato problemi a vari paesi, tra cui il Venezuela).

Oltre a questo, i dati fondamentali sono molto saldi: i Paesi di Frontiera hanno un avanzo delle partite correnti, dei livelli di debito anche molto bassi e solitamente delle interessanti riserve in valuta estera.

E’ naturale, dunque, che questi mercati attirino sempre più persone dall’estero, desiderose di andare alla ricerca di investimenti alternativi per il futuro.