Le obbligazioni zero-coupon sono bond particolari: si differenziano dagli altri perché nel corso della loro vita non emettono le cedole. Vengono infatti emessi sotto la pari, il che significa che il prezzo d’acquisto è inferiore al valore nominale.

Qual è allora il rendimento? Il guadagno dell’obbligazionista è dato dallo scarto di emissione, cioè dalla differenza tra il valore di rimborso, che è alla pari, e quello d’acquisto, che come abbiamo detto è inferiore.

Un esempio vicino a noi per capire meglio come funzionano le obbligazioni zero-coupon sono i BOT, i Buoni Ordinari del Tesoro.

Quanto e come si guadagna con le obbligazioni zero-coupon?

Altra particolarità di queste obbligazioni è che non prevedono interessi; se ci pensiamo è quasi ovvio, dal momento che non è contemplato il pagamento di alcuna cedola.

Naturalmente il “quanto” è quindi relativo al valore di rimborso che andremo ad incassare alla scadenza, e questa è la prima modalità per assicurarci un introito: semplicemente aspettare.

Seconda modalità prevede invece la vendita sul mercato secondario; va da sé che, per generare un guadagno, occorrerà impostare un prezzo di vendita superiore al valore di emissione (altrimenti si andrà in perdita), ma inferiore a quello di rimborso (in caso contrario l’obbligazione non sarebbe appetibile agli investitori).

Le obbligazioni zero-coupon sono sicure?

Come per tutte le obbligazioni dobbiamo parlare di rischio di fallimento dell’emittente.

Si potrebbe pensare che, ad esempio, obbligazioni zero-coupon governative siano più sicure rispetto a quelle corporate o all’ambito high yield, ma non ciò non è sempre vero: il caso della Grecia è in questo senso esemplificativo.

Certo, la probabilità che uno Stato fallisca e non sia in grado di rimborsare il capitale a scadenza è inferiore rispetto a quella che investe società, aziende e banche, ma comunque anche nel privato possiamo trovare obbligazioni ben solide su cui vale la pena investire.

questo proposito va inoltre rilevato che con le obbligazioni a tasso fisso o variabile, in caso di fallimento dell’emittente, avremo comunque ammortizzato la perdita grazie al pagamento delle cedole periodiche; ciò non avviene con le zero-coupon, che possono quindi essere considerate più rischiose.

Volatilità

Va considerata inoltre l’alta volatilità che caratterizza questo tipo di obbligazioni. Anzi, specifichiamo che più tali bond hanno lunga scadenza, più possono essere considerati meno sicuri e volatili.

Immaginarne il motivo è semplice: nel corso del tempo i conti e gli affari di una società (ma anche di uno Stato) possono variare sensibilmente.

Notizie di crack o difficoltà impreviste dagli investitori sono all’ordine del giorno. Per questa ragione si suggerisce, soprattutto ai piccoli risparmiatori che vogliano dormire sonni tranquilli, di puntare ad obbligazioni zero-coupon di breve durata; lo scarto di emissione, e dunque il guadagno, saranno inferiori, ma del resto lo scopo delle obbligazioni non è la speculazione.

Di norma, obbligazioni zero-coupon da 3 a 24 mesi sono governativi, mentre banche e società private tendono a proporne di ben più longeve (anche trentennali).

Rischio di cambio

Infine, occhio al rischio di cambio. Il mercato offre una miriade di obbligazioni zero-coupon emesse in valuta differente dall’euro, e ciò che accade è che si possa perdere del denaro in relazione al cambio tra le divise. È il caso, ad esempio, di bond afferenti ad economie emergenti.

Conviene investire in obbligazioni zero-coupon?

Insomma, gli investitori con basso profilo di rischio che hanno una visione protettiva del capitale dovranno affidarsi, per la scelta di obbligazioni sicure, a due fattori: un po’ di intuito (che mai guasta) e informazioni di macro e micro-economia.

Non è difficile, ad esempio, immaginare i bund tedeschi siano più solidi delle obbligazioni emesse in Turchia. A questo scopo è utile consultare i rating, un indice che ci dà l’idea della solidità dell’emittente.

Rendimento

Altro fattore da tenere in considerazione è il rendimento.

È naturale che un’obbligazione argentina con alto scarto di emissione sia più appetibile di un BOT italiano, ma a ciò corrisponde sempre un più elevato rischio.

Cosa sia più conveniente o meno dipende da che tipo di investitori si è e dal peso che le obbligazioni hanno nel proprio portafogli.

Alla luce di quanto emerso sino ad ora, possiamo concludere che le obbligazioni zero-coupon siano particolarmente adatte a chi ha la possibilità di vincolare capitale per un certo periodo di tempo e non ha bisogno di rendimenti periodici; completa il profilo, come abbiamo accennato, la volontà di seguire rendimenti, partnership, investimenti della società (o dello Stato) emittente, così da decidere tempestivamente se sia il caso di vendere sul mercato secondario o se val la pena tenere l’obbligazione a scadenza.