Quando si parla di tasse si entra in un settore particolarmente “delicato“: nessuno vuole pagarle ma tutti devono farlo, anche quando si parla di Forex. A tal proposito, il discorso “tasse e forex” è sempre un po’ un’ombra oscura, ma per chi vuole conoscere tutto sul forex è importante fare chiarezza.

Tasse sul Forex 2024, a quanto ammontano?

Partiamo con il dire che “si”, le tasse sul forex si pagano. L’importo su cui pagare le tasse corrisponde esattamente al 26% del profitto che si fa nel mercato delle valute, né più né meno.

Nello specifico, la tassa che si paga sui guadagni forex è nota come “Capital Gain”.

Una percentuale un po’ alta, direte voi, sicuramente lo è, ma non è la più alta al mondo e se si hanno dei profitti la si riesce tranquillamente a pagare. Il punto principale è proprio quello di riuscire a fare dei profitti.

La Capital Gain prevede anche che si possano portare le perdite in detrazione di futuri profitti che si faranno. Per questo motivo è sempre utile tenere conto di tutte le somme che si sono investite nel mercato delle valute.

Per curiosità, ecco alcune delle percentuali delle tasse sui capitali guadagnati previste in altri stati d’Europa:

  • Francia, fino al 45% + 15,5% di contributi sociali, dunque fino al 60,5% in totale
  • Irlanda, 33%
  • Svezia, fino al 30%
  • Italia, 26%
  • Spagna, 24%
  • Regno Unito, 18%
  • Svizzera, 0%

Tassazione Forex [ano_corrente]: il broker con sostituto d’imposta

Qualcuno potrebbe chiedersi se non sia meglio utilizzare, dal punto di vista delle tasse sul Forex, un broker sostituto d’imposta, praticamente un broker che ci accredita una somma di denaro al netto delle tasse da pagare.

Ad esempio, avendo realizzato un guadagno di 1.000 euro e dovendoci pagare il 26% di tasse sopra (ovvero 260 euro), il broker ci accredita direttamente 740 euro.

Questo discorso può essere fatto solo con i broker che hanno la sede in Italia.

Il broker senza sostituto d’imposta

Per chi opera con un broker estero o anche con un broker italiano ma non vuole considerare il discorso del sostituto d’imposta, l’alternativa è quella di prendere nota dei guadagni che si fanno e di metterle in dichiarazione dei redditi a fine anno. E’ un po’ la cosa che bisogna fare con broker come Plus500, Oanda, eToro e così via.

Meglio un broker con sostituto d’imposta o senza?

Tra le due opzioni non c’è alcun risparmio in termini economici dato che si paga esattamente lo stesso importo di tasse, piuttosto bisognerebbe valutare la comodità di ogni singola opzione.

Personalmente preferisco presentare in maniera autonoma la dichiarazione dei redditi.

La Tobin Tax

Qualcuno potrebbe chiedersi se i guadagni forex prevedono anche il pagamento di una Tobin Tax, ovvero la tassa sui guadagni finanziari.

Leggi anche l’approfondimento sulla Tobin Tax Europea.

La risposta è che questa tassa non si paga perché è prevista solo per le società di capitali e per gli enti, dunque se non rientri in una di queste due categorie puoi stare tranquillo da questo punto di vista.

Tasse sul Forex in Italia: l’IRPEF

C’è anche chi potrebbe pensare che i guadagni sul forex siano soggetti a tassazione IRPEF. In realtà essa è esclusa perché includerebbe solo i guadagni derivanti dal tenere una certa valuta estera per oltre una settimana.

> Come non pagare le tasse sul trading in maniera legale

Ad esempio, se acquistassimo oggi il dollaro vendendo l’euro e tenessimo questa posizione aperta per oltre 1 settimana, in teoria il guadagno che si realizza sarebbe tassabile IRPEF.

Oltre a questo, affinché i guadagni forex siano tassabili IRPEF è necessario che le valute estere acquistate siano almeno 51.000 euro.

Se operate da casa e non fate forex di mestiere, si tratta di un importo che difficilmente si arriva ad investire.

Tenendo in mente tutte queste considerazioni, ecco come l’IRPEF nella maggior parte dei casi non colpisce i guadagni nel forex.