Se sei alla ricerca di informazioni su come investire in azioni Louis Vuitton con il trading, e se comprare e vendere questo titolo azionario conviene, continua a leggere questo articolo in cui ti forniremo tutte le informazioni di cui hai bisogno.
Le azioni sono un asset che va forte in Italia ormai da decenni, da quando il trading azionario è diventato in sostanza una vera e propria pratica di massa. Chi lo fa, però, deve anche cercare di fare una serie di passi in grado di ottimizzare il proprio investimento. Partendo proprio dalla scelta dell’azienda su cui puntare.
In questa guida imparerai:
Investire in azioni Louis Vuitton
Tra i titoli azionari che vanno valutati attentamente, per cercare di capire se possano garantire occasioni di guadagno agli investitori, va ricordato anche quello di Louis Vuitton. L’azienda è nata nel 1853, quando Louis Vuitton Malletier decide di mettersi in proprio producendo una linea di bauli innovativa, in particolare per le forme.
Cinque anni dopo nasce il celebre bauletto dalla forma rettangolare, invece che tondeggiante come si usa all’epoca. Da quel momento l’azienda diventa la preferita di un gran numero di donne dell’alta società, comprese quelle appartenenti alla famiglia reale.
Altra data chiave in questa storia è rappresentata dal 1888, anno in cui Louis Vuitton lancia la celebre tela Damier, riportante anche la dicitura “marque L. Vuitton déposée”. Mentre risale ad otto anni la tela Monogram, la più famosa in assoluto, lanciata da George, il figlio del fondatore, il quale ha già preso in mano le redini aziendali.
Occorre aspettare gli anni ’30 del secolo successivo per vedere Louis Vuitton inanellare un’altra tappa decisiva nella sua scalata al successo, ovvero il bauletto Speedy, ancora oggi considerato un vero e proprio sogno proibito per milioni di donne in ogni parte del globo.
La grande crescita dell’azienda, nel corso dei decenni successivi, culmina nel 1987 nella nascita di LVMH (Louis Vuitton Moet Hennessy), il gruppo che prende vita grazie al sodalizio tra Alain Chevalier, patron della Moet Hennessy, specializzata in vini e alcolici, e Henry Racamier, marito di Odile Vuitton. Un gruppo che diventerà una delle maggiori aziende del lusso a livello planetario.
Investire in Azioni Louis Vuitton Conviene? Grafico Quotazione e Previsioni
Investire in azioni Louis Vuitton: la concorrenza
Louis Vuitton è uno dei maggiori marchi globali nel settore del lusso. Si tratta di un ambito molto particolare, che nel corso degli ultimi 20 anni ha avuto uno sviluppo molto forte e destinato a giovarsi di due fatti in particolare:
- la crescita globale della classe media, soprattutto nei Paesi emergenti, la quale sente la necessità di rimarcare il proprio ruolo con prodotti in grado di testimoniarne lo status conseguito;
- la particolarità di una clientela che non risente delle crisi economiche e può quindi continuare a spendere senza eccessive difficoltà.
Una clientela che riversa i suoi favori non solo su LVMH, ma anche su aziende come Richemont, Tiffany, Burberry, Giorgio Armani, Estee Lauder, Salvatore Ferragamo, Ralph Lauren o Pernod Ricard, ovvero quelle che operano in settori come l’alta moda, la gioielleria, l’orologeria o i vini.
Alcuni dati di bilancio
Per capire lo stato di salute di Louis Vuitton conviene andare a dare uno sguardo all’ultima relazione trimestrale pubblicata di recente, ovvero quella che fa riferimento al 3° trimestre dell’anno in corso, in cui il gruppo ha confermato tutta la sua forza.
Nonostante le difficoltà derivanti dalla precaria situazione di Hong Kong, che del resto è comune a tutti i brand del lusso, la maison francese capeggiata da Bernard Arnault ha infatti messo insieme ricavi per 13,32 miliardi di euro, crescendo quindi del 17%, rispetto ai 12,88 miliardi fatti registrare nello stesso periodo dell’anno precedente. Un dato cui hanno contribuito tutti i marchi del gruppo e, a livello geografico soprattutto le vendite collezionate negli Stati Uniti e in Europa.
Per effetto di questo risultato, nel corso dei primi 9 mesi dell’anno, il gruppo parigino ha fatto registrare un fatturato pari a 38,4 miliardi di euro, dando luogo di conseguenza ad un aumento del 16% nei confronti del risultato che era stato conseguito nello stesso periodo dell’anno precedente.
Investire in azioni: in banca non conviene
Chi ha deciso di investire in azioni, dovrebbe come prima cosa individuare il canale con cui dare vita al proprio commercio.
Se un tempo era la banca l’interlocutore privilegiato in tal senso, oggi sono sempre di più coloro che ricorrono ai broker online per farlo. Una decisione dovuta soprattutto a due fattori:
- la convenienza economica evidenziata dalle piattaforme online, i cui costi sono notevolmente inferiori alle commissioni pretese dalla banca per i servizi di intermediazione;
- l’operatività assicurata dai broker operanti sul web, che permette ai trader reazioni più veloci di fronte ai cambi di direzione del mercato.
Queste piattaforme, inoltre, offrono un paniere vastissimo di asset su cui investire, permettono le vendite allo scoperto, l’utilizzo della leva finanziaria e della vendita a margine. Una serie di vantaggi che ha comportato un sempre più forte spostamento del trading finanziario dalle banche ai broker online, anche in Italia.
Azioni Louis Vuitton: meglio investire sui CFD
Va poi sottolineato come proprio i broker online mettono a disposizione di chi intenda investire in azioni uno strumento come i CFD (Contracts for Difference), ovvero quei derivati i quali non rendono necessario il possesso diretto dell’asset sottostante.
I CFD sono una modalità di trading che consente maggiore flessibilità rispetto all’acquisto diretto delle azioni, permettendo di guadagnare anche nel caso in cui il titolo scelto evidenzi un calo rispetto al momento in cui è stato siglato il contratto.
Se sono tanti i broker che li offrono anche in Italia, ce ne sono però alcuni che si fanno preferire sugli altri, in quanto sono in grado di assicurare performance e livelli di sicurezza molto più elevati. In particolare, tra di essi occorre menzionare senza indugio:
eToro
eToro (Link al sito ufficiale, l'80,5% degli investitori perde denaro con questo broker), una delle piattaforme più note in assoluto. La sua fama deriva in particolare dal fatto di proporre il copy trading, un modus operandi mutuato dai social media, in quanto consente in pratica ai trader alle prime armi di prendere spunto o addirittura copiare le operazioni approntate da quelli certificati, ovvero i più esperti, abbattendo in tal modo la rischiosità del trading;
Plus500
Plus500 (Link al sito ufficiale), altro broker CFD israeliano il quale si è segnalato nel corso degli anni per la grande professionalità.
Quotato presso la Borsa di Londra, proprio da questa circostanza è obbligato ad assicurare il massimo di trasparenza ai suoi clienti e ad ottemperare per filo e per segno alle prescrizioni delle normative di settore.
Anche i livelli di operatività sono ottimali, fornendo il massimo di supporto a chi esercita il trading online alla stregua di una vera e propria professione;
24Option
24Options (Link al sito ufficiale), piattaforma gestita da Roedeler Limited, una società di servizi finanziari cipriota che opera in tutto il continente per effetto della licenza rilasciata da CySec.
Sponsor della Juventus, la più famosa società calcistica tricolore, riesce a offrire ai suoi utenti una esperienza di trading completa e sicura, cui contribuiscono servizi realmente innovativi, livelli di sicurezza che non temono confronti e robuste dosi di operatività, grazie alle quali ai trader non rimane che il compito di concentrarsi sui mercati al fine di intercettare i trend in formazione e realizzare le strategie più indicate per sfruttarli;
XTB
XTB (Link al sito ufficiale), società polacca che ormai dal 2004 si propone per i suoi servizi di alto livello e il gran numero di strumenti finanziari messi a disposizione di una clientela sempre più vasta.
Una proposta evidentemente gradita dai tanti investitori disseminati in ogni parte d’Europa che gli hanno concesso la propria fiducia e i propri risparmi.